Il Governo interviene al Senato: un anno di intenso lavoro della Commissione Adozioni Internazionali, importanti risultati raggiunti, massima fiducia nella Presidente Silvia Della Monica

SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVII LEGISLATURA ——
405a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 5 MARZO 2015
(Pomeridiana)
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Presidenza del presidente GRASSO,
indi della vice presidente FEDELI

PRESIDENTE. Seguono le interpellanze, con procedimento abbreviato, ai sensi dell’articolo 156-bis del Regolamento, 2-00217 e 2-00241 sul funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali.

OLIVERO, vice ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.
Signora Presidente, ringrazio il senatore Giovanardi che ha amabilmente ricordato il nostro compito, ma credo che il tema sia di grande rilevanza e che investa tutto il Governo e rispondo volentieri anche io a queste interpellanze, perché è appunto meritevole di attenzione da parte di tutto il Governo.

Il Governo, nel rispondere a queste interpellanze, presentata dai senatori Sacconi e Giovanardi e altri, intende innanzitutto rassicurare gli interpellanti sull’assoluta legittimità del funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali. Ringrazia anzi gli interpellanti per aver offerto una preziosa occasione al Governo per fare chiarezza rispetto a tutta una serie di notizie ed affermazioni non corrette, veicolate in più sedi, anche autorevoli (come quella parlamentare), in maniera strumentale e con l’esclusivo obiettivo di delegittimare la politica del Governo in materia di adozioni internazionali, con grave danno degli aspiranti genitori adottivi e con grave pregiudizio dei diritti dei minori, la tutela del cui interesse dovrebbe essere l’unica ed esclusiva stella polare di qualsiasi intervento su tale terreno.

Il Presidente del Consiglio, in ossequio alla previsione normativa, ha ritenuto di tenere direttamente su di sé la responsabilità politica delle adozioni internazionali, attribuendo a tale tema una rilevanza particolare, attraverso cui il Governo intende qualificare la propria azione. Proprio in questa linea quindi, e sempre in stretto ossequio alla normativa, si colloca l’ulteriore scelta del Presidente del Consiglio di delegare le proprie funzioni alla vice presidente, consigliera Silvia Della Monica, magistrato competente, autorevole e di esperienza poliedrica, che nella precedente legislatura ha ricoperto la carica di senatore della Repubblica.

La Commissione esprime la sua azione attraverso decisioni sia collegiali che monocratiche. Opera difatti prevalentemente tramite il presidente, che la rappresenta nelle sedi nazionali ed internazionali, ed il vice presidente, che ha compiti specifici attribuiti dal regolamento. A tale proposito, va quindi sottolineato che, proprio in stringente ossequio alle norme, alcuni atti devono essere firmati in qualità di presidente, laddove rappresentano esercizio delle funzioni delegate (ad esempio la firma degli accordi bilaterali), altri devono essere firmati in qualità di vice presidente, laddove si tratta di atti propri del vice presidente (ad esempio le autorizzazioni all’ingresso dei minori adottati).

Improprio ed illegittimo sarebbe invece un diverso comportamento, che non tenesse conto delle funzioni diverse esercitate. Per norma, la Commissione è convocata dal presidente, che ne stabilisce l’ordine del giorno. La cadenza con cui viene o no convocata deve rispondere ad esigenze effettive di assunzione di decisioni collegiali, piuttosto che onorare una cosiddetta prassi che, per quanto ripetuta nel tempo, non rappresenta certo di per sé legittimo rispetto delle norme.

Il Governo assicura poi gli interpellanti che gli esperti nominati dal Presidente del Consiglio possiedono tutti i requisiti previsti e richiesti dalla norma, in ragione dei complessi e molteplici compiti attribuiti alla Commissione.

In sede internazionale l’attività della Commissione è molto apprezzata e non mancano esplicite espressioni di soddisfazione e gradimento e concreti riscontri agli scambi intercorsi sui temi delle adozioni internazionali. La scelta del Presidente del Consiglio di tenere su di sé la competenza delle adozioni internazionali, delegando le sue funzioni alla vice presidente Silvia Della Monica, è stata infatti gradita in sede internazionale, a conferma della volontà del Presidente del Consiglio di attribuire un’importanza particolare alla tutela dei diritti umani dei minori nelle relazioni con i Paesi stranieri.

Nell’ambito dei rapporti internazionali, si è lavorato intensamente in questo anno, con esiti molto importanti. La Commissione ha invitato e ricevuto molte delegazioni per importanti sessioni di lavoro, in particolare quelle dei seguenti Paesi: Repubblica del Burundi, Regno di Cambogia, Repubblica di Bielorussia, Repubblica Popolare Cinese, Repubblica di Mongolia. Con alcuni di questi Paesi, nel corso della loro visita, sono stati siglati o rinnovati importanti accordi bilaterali (con la Repubblica del Burundi, il Regno di Cambogia, la Federazione Russa e la Bielorussia). Sono stati riavviati i rapporti, proposti accordi bilaterali con invito alle delegazioni e, in alcuni casi, sono già in corso trattative per la formalizzazione di un accordo con molti altri Paesi.

Di particolare importanza è il rapporto instaurato con la Bielorussia, a partire dall’ottobre 2014, con un’intesa raggiunta direttamente dalla presidente della Commissione con l’ambasciatore bielorusso, che ha consentito di riaprire per il futuro le adozioni in Bielorussia, attraverso la predisposizione di una nuova lista di minori che le famiglie italiane chiedono di adottare. Importante snodo dell’accordo raggiunto ad ottobre 2014 è rappresentato dalla costituzione di un gruppo di lavoro misto italo-bielorusso di livello estremamente qualificato. I rinsaldati rapporti hanno consentito finalmente la risoluzione di alcuni casi critici di intesa tra i due Paesi, mentre la notizia riportata nell’interpellanza di una situazione incresciosa venutasi a creare con le autorità bielorusse, a seguito di un asserito mancato invio di un documento, risulta priva di fondamento.

Ottimi rapporti sono stati instaurati con la Federazione Russa e ciò ha permesso di evitare il blocco delle adozioni da parte della Federazione Russa dopo l’omicidio avvenuto a Pescara di un bambino russo adottato da una famiglia italiana (caso Maravalle), e di chiarire le modalità applicative dell’accordo bilaterale concluso nel 2008 per alcune disposizioni ivi contenute in contrasto con la nostra legislazione.
Per quanto riguarda la Repubblica Democratica del Congo, il Governo rassicura i senatori che non vi è stata alcuna azione contraria alla legge locale; conferma gli ottimi rapporti con le autorità locali nel perseguire la tutela dei diritti dei bambini, vantando la serietà dell’operato della Commissione che agisce assicurando, come è dovuto in alcuni casi, la necessaria riservatezza istituzionale.

Il Governo, pertanto, esprime preoccupazione, per la diffusione quotidiana di notizie parziali e non corrispondenti alla verità, che mira ad allarmare le famiglie che stanno vivendo una difficile situazione e che tende a pregiudicare i rapporti tra Italia e Repubblica democratica del Congo, con evidenti possibili ricadute negative sulle procedure adottive delle coppie italiane e sul futuro dei loro figli, pur di delegittimare ed indebolire agli occhi dell’opinione pubblica l’azione di Governo espressa dalla Commissione.

Con riferimento alla dottoressa Patrizia Cologgi, già dirigente del Servizio adozioni, si precisa che, contrariamente a quanto si legge nell’interpellanza, non risulta essere stata coinvolta nell’inchiesta Mafia capitale e non ha rassegnato le dimissioni, ma molto semplicemente è andata in pensione dal 1° febbraio per raggiunti limiti d’età e, a proposito di quanto riportato, sta procedendo ad esercitare le azioni necessarie a tutela della propria onorabilità ed immagine nelle sedi proprie.

Non corrisponde al vero che ci sono blocchi al rilascio di autorizzazioni o attestazioni. È vero, invece, che ad una puntuale ricognizione è emerso che, purtroppo, le istruttorie delle istanze ad operare nei Paesi esteri presentate dagli enti erano ferme dal 2012. Erano quindi ben due anni che non venivano istruite e rilasciate autorizzazioni. È stato, perciò, necessario porre ordine in tale ambito, prorogando i termini per l’istruttoria di tali istanze, altrimenti già ampiamente scaduti, e quindi, necessariamente, prorogando i termini di presentazione del 2014 al fine di provvedere in maniera seria ed equa ad una istruttoria approfondita che consenta di valutare puntualmente le istanze di tutti gli enti.

Va segnalata, poi, una particolare criticità ai rimborsi delle spese adottive in considerazione del fatto che il decreto emanato nel 2011 non aveva copertura economica e il Governo sta provvedendo ad adeguare la copertura finanziaria. Peraltro, tale decreto non prevedeva un tetto massimo rimborsabile e ciò, in considerazione del fatto che le spese vengono riconosciute sulla base di mere certificazioni degli enti, ha determinato una impropria spinta a far lievitare i costi per le adozioni ed ha alimentato delle non corrette aspettative da parte dei genitori adottivi. Il Governo e la Commissione sono impegnati nel superamento di questo sistema, che ha causato aumento dei costi delle adozioni, a favore di misure chiare, efficaci ed eque.

Per quanto concerne invece i rapporti con gli enti autorizzati, la Commissione ha registrato piena sintonia, collaborazione e condivisione di obiettivi, ivi compresa l’implementazione delle azioni di controllo, apprezzate dagli stessi come mezzo di tutela della trasparenza delle loro azioni. Altrettanto favorevolmente è stato salutato dagli enti il ristabilirsi dei corretti reciproci ruoli tra Commissione ed enti nei rapporti con i Paesi stranieri, superando spiacevoli impasse verificatesi in passato a seguito della cattiva abitudine di far ricevere le delegazioni straniere dagli enti, facendo loro sostenere le spese.

In vista di scambi internazionali e normalmente nell’affrontare la problematica di un Paese, la Commissione ha sempre chiesto a tutti gli enti autorizzati contributi scritti al fine di segnalare criticità e suggerimenti utili per i lavori preparatori degli incontri, ma certamente le relazioni tra autorità centrali ed in particolare le trattative per la redazione di accordi bilaterali sono state, e verranno, portate avanti direttamente ed esclusivamente dalla Commissione in qualità di autorità governativa che, sola, ha la responsabilità politica di spendere con gli Stati stranieri la parola del Governo.

Il Governo assicura pertanto gli onorevoli senatori che, come sopra puntualmente evidenziato, in materia di adozioni la credibilità dell’Italia con le autorità straniere e fortemente cresciuta; l’operatività della Commissione, intensissima negli ultimi mesi, è pienamente garantita ed in atto; le procedure adottive sono pienamente operative e tutti i provvedimenti attesi vengono emessi e ogni volta se ne riscontra la legittimità; tutte le attività di competenza della Commissione sono portate avanti strettamente secondo le procedure di legge.

La tutela dei diritti umani dei minori è uno degli impegni fondamentali attraverso cui il Governo intende qualificare la propria azione. Intende farlo perseguendo e garantendo in un campo così delicato la massima trasparenza e la massima legalità, ad ogni costo, esercitando tutti i poteri conferiti dalla legge. Primo fra tutti, il potere di vigilanza e controllo sistematico, in Italia e all’estero, sugli enti autorizzati, che, in qualità di associazioni private autorizzate dallo Stato ad operare nelle procedure adottive, espongono l’onorabilità e l’affidamento del Governo italiano nei confronti dei cittadini italiani che gli conferiscono l’incarico e dei Paesi esteri in cui operano. Per questo, nell’ultimo anno sono state assunte (ed altre lo saranno) tutta una serie di direttive finalizzate a rendere efficaci ed effettivi i controlli e, più in generale, la necessaria e continua azione di monitoraggio del sistema complessivo e, ex articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 108 del 2007, sono in corso due verifiche sulla permanenza dei requisiti di idoneità degli enti autorizzati e sulla correttezza, trasparenza ed efficienza della loro azione avviate a seguito di qualificate segnalazioni pervenute. Le verifiche sono state avviate nei confronti dell’ente AAA, Associazione Adozioni Alfabeto, e dell’ente AiBi.

Si ribadisce, infine, fiducia nella presidente della Commissione Silvia Della Monica, e si augura che il Parlamento, in coerenza con la mozione unitaria in materia di adozioni internazionali approvata lo scorso luglio alla Camera, sostenga l’impegno del Governo e della Commissione nell’azione di tutela dei diritti dei minori esplicata con la politica per le adozioni internazionali.