Adozioni internazionali: risposta a Milena Gabanelli

Su “DataRoom”, la rubrica di inchieste e approfondimenti di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, è uscita un‘inchiesta sulle adozioni in Italia. Pubblichiamo di seguito la risposta inviata dagli Enti Autorizzati Senza Frontiere e Brutia.

Gentile Dottoressa Gabanelli,

siamo Enti Autorizzati dalla Commissione Adozioni Internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri all’espletamento di procedure di adozioni internazionali e seguiamo sempre con molta attenzione i suoi servizi, apprezzandone la precisione e la chiarezza.

Tuttavia, sentiamo la necessità di scriverLe a proposito del Suo recente servizio sulle adozioni, per confrontarci con Lei su alcuni aspetti che, se non chiariti, potrebbero generare confusione ed incertezza su chi magari si trova a dover decidere se iniziare o meno questo delicatissimo percorso.

La prima precisazione riguarda la procedura, che in realtà inizia con la presentazione da parte degli aspiranti adottivi di una dichiarazione di disponibilità presso il Tribunale per i Minorenni competente per territorio in base alla loro residenza, non presso le Asl come da lei indicato. È lo stesso Tribunale che poi invia la richiesta ai Servizi Sociali Territoriali di attivarsi per organizzare i colloqui conoscitivi utili alla valutazione della loro situazione personale, reddituale ed abitativa.

Ma, quello che più ci preme sottolineare è che realmente il mondo delle adozioni sta vivendo un periodo di profonda crisi. Cala sensibilmente il numero delle procedure che si realizzano, che diventano sempre più complesse e lunghe. La pandemia, la difficile situazione politica internazionale, i tempi estenuanti e gli adempimenti burocratici sempre più incalzanti richiesti dai Paesi stranieri. Molte sembrano le cause.

Tuttavia, nonostante siano sempre di meno i bambini che si riescono a fare arrivare in Italia con l’adozione, tanti sono quelli che purtroppo rimangono ancora privi di famiglia. Sono però i bambini che non ti aspetti, quelli ai quali non pensi, che non immagineresti mai come figli. Bambini più grandi, con qualche problema maggiore, gruppi di fratelli. Bambini “speciali” insomma, o più “speciali” di altri. Diversi da quelli immaginati dalle famiglie che si avvicinano all’adozione e da quelli indicati nelle relazioni e nei decreti vincolati. Bambini reali, che troppo spesso negli ultimi anni non corrispondono ai bambini ideali immaginati dagli aspiranti adottivi.

E allora, in questo percorso di avvicinamento al bambino reale, molte coppie si bloccano, tornano indietro, scoraggiate dalle innegabili difficoltà. Ecco, il nostro lavoro consiste proprio in questo, accompagnare le coppie nel percorso di avvicinamento ai loro figli reali. Un avvicinamento emotivo e di consapevolezza, prima che fisico. E allora, forse, l’idea che bisognerebbe dare di questo percorso è che deve essere considerato non come una strada offerta agli adulti di diventare genitori, ma come una possibilità, forse l’ ultima, donata ad un bambino/ragazzo del mondo di diventare figlio.

E qui, dovrebbe essere chiarito anche che non ci si occupa di cercare e trovare un bambino per la famiglia (magari il più possibile somigliante a quel bambino indicato a volte nelle relazioni o nei decreti vincolati). I bambini ci sono già, ed è per loro che ci si impegna a trovare, fra le migliaia che si offrono sia per la nazionale che per l’internazionale, una famiglia, la migliore possibile.

Perché, in realtà, sono loro, i bambini, che dovrebbero avere le maggiori tutele e la certezza di trovare famiglie che poi non si blocchino alle prime innegabili difficoltà.

In questo percorso di consapevolezza, molte famiglie comprendono il grande valore della loro disponibilità all’adozione. E allora succede che si rendano disponibili a chiedere la modifica di quei decreti vincolati, che nel servizio appaiono intoccabili e insuperabili. Al contrario, i Tribunali per i Minorenni accettano richieste di modifica con ampliamento delle fasce di età e dello stato di salute dei bambini. Richieste che le famiglie effettuano dopo aver maturato la loro aumentata disponibilità nell’ambito dei percorsi presso gli Enti. La famiglia non deve ricominciare tutto, ma fa richiesta di ampliamento del decreto di idoneità che rimane valido e nel frattempo la famiglia resta in lista d’attesa presso il Paese scelto.

Ecco, questo sentivamo di dover precisare, per evitare che una narrazione non corretta dell’adozione ne possa aggravare la già compromessa situazione.

La ringraziamo per la pazienza che avrà nel leggere questa nostra mail e, manifestandoLe la nostra più completa disponibilità ad un ulteriore confronto, Le auguriamo buon lavoro e buona giornata.

Dott.ssa Susanna Galuppo                                      Dott. Giovanni Tenuta

VicePresidente SenzaFrontiere Ets                  Presidente Brutia Ets

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